Finalmente un po’ di chiarezza sulle spese assistenziali

Finalmente un po’ di chiarezza sulle spese assistenziali

martello giudice

È del 9 Gennaio 2025 l’Ordinanza della Cassazione nr.449 che fa chiarezza in merito alla deducibilità delle spese per l’assistenza alle persone con disabilità.

L’antefatto

Il contenzioso nasce a Torino, quando il coniuge di una donna con disabilità al 100% a seguito di un incidente stradale, aveva detratto dal proprio reddito le spese per l’assistenza personale della moglie sostenute per la prestazione di due collaboratrici domestiche senza qualifica specifica.

L’Agenzia delle entrate aveva rigettato la richiesta, riducendo sensibilmente l’importo deducibile. Impugnata la notifica davanti alla Commissione tributaria della propria città, l’Agenzia aveva ribadito la propria posizione, chiarendo che nel caso specifico si doveva applicare l’art 15, comma 1 lettera) del DPR 917/86 del TUIR, che ammette una detrazione d’imposta limitatamente al 19% della spesa sostenuta dal contribuente, stabilendo un tetto massimo di 2.100 euro annui e solo per contribuenti con redditi fino a 40.000 euro. L’uomo dal canto suo aveva ritenuto applicabile per la sua persona l’art.10, comma 1, lettera b) dello stesso DPR. Ne erano seguite sentenze e ricorsi fra la Commissione e l’Agenzia delle entrate, fino ad arrivare all’annullamento della cartella esattoriale ed al conseguente ricorso in Cassazione.

La decisione 

La Corte di Cassazione ha studiato il caso specifico ed ha emesso una sentenza a favore del marito della donna, spiegando nel dettaglio il significato di “assistenza specifica”, propria dell’articolo 10 su citato. Se infatti l’Agenzia delle entrate intendeva estendere il concetto esclusivamente al personale specializzato, quale infermieristico, ecc., la Cassazione dichiarava che la qualifica specialistica non era titolo necessario, in quanto che l’elemento da valutare era la finalità dell’assistenza stessa e conseguentemente il sostegno garantito alla persona.

Le spese pertanto, se imputabili alla gestione della cura del disabile e correttamente documentate, erano da dedursi in toto. L’Ordinanza mette la parola fine alla mal interpretazione  delle voci di spesa relative agli assistenti, facendo un netto distinguo fra chi ha una disabilità grave e permanente e deve rifarsi all’articolo 10, comma 1, lettera b) del TUIR, che si può avvalere della totale deduzione delle spese sostenute per l’assistenza e chi invece non è autosufficiente e non rientra nell’ambito di cui sopra e può avvalersi quindi solo della riduzione del 19% delle spese, come da articolo 15, comma 1, lettera c) già citato e questo anche perché, per i soggetti assimilabili al secondo caso, sono previste già una serie di facilitazioni, vedi Legge 104/92.

Gli effetti dell’Ordinanza

L’ordinanza n. 449/2025 introduce una serie di importanti novità per i contribuenti, i professionisti fiscali e l’Agenzia delle Entrate, con significative implicazioni pratiche.

Per i contribuenti si registra un ampliamento delle opportunità di deduzione fiscale. Coloro che si prendono cura di un familiare con disabilità grave potranno ora dedurre integralmente le spese di assistenza, senza dover considerare la qualifica degli assistenti. Questa novità promuove una maggiore equità fiscale, eliminando una disparità che penalizzava coloro che non potevano permettersi personale altamente qualificato. Tuttavia, si sottolinea l’importanza di mantenere una documentazione accurata, essenziale per attestare la finalità assistenziale delle spese sostenute.

L’Agenzia delle Entrate dovrà rivedere le proprie interpretazioni in base al principio di diritto stabilito dalla Cassazione. Ciò potrebbe comportare una maggiore difficoltà nel contestare le deduzioni relative ai redditi delle persone che assistono familiari con disabilità grave.

In ultima analisi i professionisti del settore fiscale saranno chiamati a rinnovare le proprie consulenze, fornendo ai contribuenti informazioni aggiornate sulla possibilità di dedurre integralmente le spese di assistenza. Una maggiore chiarezza sui criteri di deducibilità potrà contribuire a ridurre il rischio di contenziosi.

Inutile sottolineare quanto queste novità rappresentino un passo significativo verso una maggiore giustizia fiscale e un supporto concreto alle famiglie con disabilità.

 

Gioietta Lucaccini

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