Nasce il Manifesto per una Toscana più accessibile
Venerdì 29 agosto nella suggestiva cornice dell’Abbazia di Vallombrosa è stato presentato il Manifesto per una Toscana accessibile, altrimenti detto Carta di Vallombrosa, un documento che ha fissato le linee guida degli interventi per rendere il nostro territorio sempre più fruibile per tutti. Il Manifesto nasce grazie ad una esperienza che si già è concretizzata in alcune amministrazioni dell’area Toscana, a seguito di un bando regionale al quale hanno aderito al momento 27 comuni, con un investimento ad oggi di ben tre milioni di Euro, cui faranno seguito, grazie ad una variazione di bilancio, ulteriori due milioni.
Gli obiettivi
Obiettivo descritto nella Carta la volontà di ridurre significativamente le barriere architettoniche sul territorio, creando spazi comuni accessibili a tutti con una concezione innovativa, sfruttando risorse e conoscenze sempre più dettagliate ad all’avanguardia. Per far questo la Regione si è avvalsa della collaborazione della Organizzazione no Profit europea Design for All. “L’accessibilità deve portare un messaggio internazionale univoco. – dichiara il dottor Alberto Zanobini della Regione Toscana – […]Non possiamo sviluppare il concetto di accessibilità solo in maniera tecnica, che comporta un richiamo alla disciplina specialistica di abbattimento delle barriere, senza vincolarlo all’aspetto sociale e politico. Dobbiamo rendere infatti le città accoglienti e fruibili per tutti, così facendo il beneficio nato dalla accessibilità degli spazi per le persone con disabilità potrà interessare tutti i cittadini normodotati.” Per fare un esempio, se si elimina uno scalino, che può essere di ostacolo ad una persona in carrozzina, creando una pedana, quest’ultima potrà essere utilizzata dalla mamma che porta il proprio neonato in carrozzina, dal magazziniere che deve trasportare la merce, ecc. “Ci dobbiamo approcciare ad una dimensione etica del problema – continua Zanobini – tenendo conto anche del rispetto dell’ambiente. Dobbiamo rendere le città più vivibili per tutti. Fino ad adesso avevamo un approccio funzionalistico, adesso con il progetto legato al Manifesto abbiamo cambiato la nostra visione. Gli spazi non devono essere solo accessibili, ma anche belli a vedersi, che portino piacere per tutti.” Su queste basi si è mosso il Tuscany Executive board, che vede la collaborazione dell’architetto inglese Pete Kercher, responsabile di Design for all e che ha permesso la realizzazione dei vari progetti.

La Carta nelle sue parti
La Carta fissa i principi e le linee guida necessarie per la realizzazione degli interventi da porre in essere, ridisegnando paesaggi, luoghi di aggregazione e cultura e reinterpretando i tesori della Toscana in maniera trasversale. La stesura del Manifesto, infatti, così come la realizzazione del bando, ha visto la partecipazione di più assessorati, comuni, enti, a riprova della multidisciplinarità degli interventi. Il documento viene definito su quattro tematiche ben articolate, che si suddividono in percorsi naturalistici, connessioni urbane, spazi pubblici e socialità, patrimonio culturale. Ognuna di esse si suddivide in ulteriori cinque aree di interesse, per un totale di venti punti.
Obiettivo dei Percorsi Naturalistici è la valorizzazione delle zone protette, i sentieri, ottenuta con interventi che puntano a garantire una esperienza unica, autonoma e sicura per tutti i visitatori, nel rispetto dell’equilibrio tra tutela ambientale e valorizzazione paesaggistica, avviando anche un potenziamento di carattere emotivo esperienziale, con il coinvolgimento dei cinque sensi.
Grazie alle Connessioni Urbane viene migliorata la viabilità locale con interventi sull’accessibilità, rendendo le città sempre più connesse e percorribili da tutti, permettendo spostamenti più facili ed immediati.
È con gli Spazi Pubblici e socialità che si è posto l’accento sulla accessibilità a livello fisico, sensoriale e di relazione nei luoghi di aggregazione pubblici come piazze, parchi ed altri luoghi che sanciscono momenti di incontro per i cittadini, cercando di sviluppare realtà maggiormente accoglienti.
Ultimo punto, ma non in ordine di importanza, è quello relativo al Patrimonio Culturale, con il quale si vuole garantire un accesso inclusivo alla cultura, bene universale, avendo la consapevolezza che esistono varie tipologie di pubblici e che ad ognuna di esse deve essere dato l’opportunità di fruire delle risorse in maniera ottimale.
Gioietta Lucaccini
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